martedì 16 febbraio 2010

Di Amicizia e di una Pagnotta con Farina di Grano Arso

Pane con Farina di Grano Arso

A volte capita che la propria strada si incroci con quella di qualcun'altro....e che da questo semplice e pur banale "scontro" di strade nasca un'amicizia di quelle libere e vere, di quelle che quando ci si vede sono risate, spatasci di crème brulée e bitching session, di quelle che io porto una caccavella a te e tu ne porti una a me....insomma di quelle amicizie nate sull'onda di un impulso che ti spinge a prendere una caccavella e a spedirla ad una persona che neanche conosci oppure a scrivere un post su un forum di cucina perchè ti son girate le balle e a ricevere una mail con il pollice sù da una persona che ancora una volta non conosci ma che la pensa come te....
La mia strada si è incrociata con quella di tre persone serie special e approffittando di questa finestra e di questa giornata da candeline volevo semplicemente dir loro, GRAZIE. Nella propria vita tutti dovrebbero avere un'amica aristoricca, una cheffa che riesce a rendere elegante anche una verza e che ha classe da vendere e una che le proprie idee non le manda a dire.

Ma veniamo alla pagnotta....una settimana fa la mia amica aristoricca arriva con un sacchettino con dentro una polverina che sembra cenere, "tieni" mi dice "è farina di grano arso, una chicca"...e io che ancora non sapevo che questa era una chicca di classe A, ringrazio e metto via. Il giorno dopo la cheffa delle verze e che non le si fa in tempo a dare in mano una cosa che te la trasforma in eleganza pura, pubblica i suoi "troccoli arsi" mentre la mia farina è ancora lì che aspetta in dispensa la propria occasione. Beh, l'occasione si è presentata quando ho deciso di utilizzarla per fare il pane! Chissà come viene mi son detta....e caspita VIENE BENE! Così bene che la pagnotta è stata divorata dalla mia tribù nel giro del pranzo e della cena di domenica. Ovviamente, ho usato Lazzaro, il mio fido lievito madre....

PAGNOTTA con FARINA DI GRANO ARSO

800g Farina 00 (De Cecco)
200g Farina di grano arso
200g Lazzaro ( in forma di Lievitino)
600-650g Acqua
1 Cucchiaio di strutto
1 Giro abbondante di olio
15-17g Sale

Impastare le farine, il lievitino e l'acqua. Quando l'impasto ha preso consistenza aggiungere il sale e dopo qualche minuto l'olio e lo strutto. Lasciare lievitare per 2-3 ore, poi stendere l'impasto a formare un rettangolo e avvolgerlo su sè stesso però senza stringere troppo. Mettere la pagnotta a lievitare in un cestino rettangolare ricoperto di carta da forno e infarinato fino al raddoppio. Prova dito. Accendere il forno a 220°C inserendo una placca capovolta e quando è in temperatura spruzzarlo con acqua. Infornare il pane (facendolo scorrere dal cestino alla placca aiutandosi con un angolo della carta da forno), spruzzare anch'esso abbondantemente (in questo modo si ottiene una bella crosta) e abbassare la temperatura a 200°C. Dopo 10' minuti abbassare a 180 °C e cuocere per una mezz'oretta. Il pane è ben cotto quando picchiettando il fondo, suona vuoto.

Il profumo del pane è davvero indescrivibile e per noi è stata davvero una piacevolissima scoperta, anzi amore al primo morso! Ho ancora 100g di questa preziosissima farina e next time faccio la pasta....

Noi domenica a pranzo l'abbiamo consumato tostato con una zuppa di legumi e cereali....super! E a cena l'abbiamo fatto fuori con una bruschettata....ottimo con radicchio saltato e caprino (o ricotta di pecora) oppure con broccoletti saltati e salsiccia....insomma, rustico è il pane e rustico deve essere il companatico!

Zuppa di Cereali & Legumi con Crostoni di Pane di Grano Arso

Un sorriso con il sole dentro,
D.

PS. Perdonate la lungaggine e l'indice glicemico da coma diabetico di questo post ma oggi mi è girato così.

[Edit all'ora del tea o quasi: Ho dimenticato di sottolineare un particolare importante...le 3 sgarzoline di cui sopra sono anche FIGHISSIMISSIME....del resto va da sè che le mie amiche o son DOP/C/CG o niente...]

martedì 9 febbraio 2010

I Cenci della Nonna Gianna

I Cenci

Domenica io e la mia mum come da tradizione in questo periodo, abbiamo fatto i cenci (o chiacchiere) con la ricetta della mia nonna! Quest'anno abbiamo trascinato nella catena di produzione anche P. dandogli un compito di grande responsabilità, la ripiegatura dei cenci su loro stessi a formare una sorta di fiocchetto (vedi foto) e devo dire che il mio bello se non se l'è cavata male...

CENCI della NONNA GIANNA
Per una caterva, se tirati sottili sottili

1kg Farina 00 (950g per impastare + 50g per tirare l'impasto)
100g Zucchero
100g Burro morbido a pezzetti
1 Bicchiere di vino bianco secco
3 Uova medie
1 Arancia
1 Limone
1 Pizzico di sale

Olio per friggere e zucchero a velo

Sulla spianatoia (o in una ciotola) mettere la farina e fare la fontana. Al centro di questa grattugiare la scorza del limone e dell'arancia ed aggiungere il resto degli ingredienti. Con una forchetta (o con le dita) iniziare ad impastare portando la farina dai bordi verso il centro e quando l'impasto ha assunto consistenza continuare a lavorarlo a mano sulla spianatoia per una decina di minuti, fino a quando è bello liscio ed elastico. Coprirlo con una ciotola e lasciarlo riposare almeno 30'. Trascorso il tempo del riposo, tagliare delle "fette" non troppo grosse dall'impasto, infarinarle usando i 50g di farina rimasti e tirarle con la nonna papera (l'Imperia) una tacca dopo l'altra arrivando fino all'ultima in modo che siano sottili sottili. Con una rotella dentata tagliare rettangoli larghi 4-5cm, praticare un piccolo taglio al centro (lungo 2cm), aprirlo e far passarvi passare un'estremità in modo che si formi una sorta di fiocchetto. Disporre su vassoi e friggere in olio profondo fino a quando sono belli dorati, asciugare su carta assorbente e cospargere di zucchero a velo.

IMPORTANTE: Si deve infarinare (eliminando la farina in eccesso, picchiettando) solo all'inizio, prima di iniziare a tirare le strisce, e poi basta. In questo modo man mano che queste si assottigliano, si asciugano i cenci non si appiccicano gli uni agli altri pur non essendo infarinati.

Un sorriso a pois,
D.